Comunica meglio l’uomo o l’animale ?
Spesso si pensa che comunicare sia una cosa facilissima, visto che lo facciamo tutti i giorni!
Già, ma comunichiamo bene o male ?
Gli animali comunicano in un unico modo: con il cd. modulo analogico (contrapposto a quello digitale o numerico, che implica l’utilizzo dell’alfabeto fonetico). Il gatto che si struscia comunica che vuole le coccole (o da mangiare) mentre il cane che mostra i denti, inarca la schiena ed alza il pelo (o il gatto che “soffia” tenendo un simile atteggiamento) sta comunicando qualcosa di radicalmente diverso: può avere paura, può voler proteggere qualcuno o qualcosa: in ogni caso sta dicendo al ricevente di andarsene…
L’uomo invece ha il grande dono di poter mentire. Come farebbe un gatto a comunicare a qualcuno di andarsene facendogli capire di restare?
Noi, invece lo possiamo fare benissimo: basta mentire. O senza arrivare al “dolo” cioè alla volontà di comunicare qualcosa di diverso da quello che ci passa per la mente, potremmo semplicemente dare al ricevente la sensazione – che spesso “spiazza” – di voler comunicare qualcosa di diverso da quello che viene detto a parole.
Il fatto è che l’uomo tende a dimenticare il suo lato “animale”, a non conoscere e dunque a non applicare le regole del suo funzionamento e a non considerare come su un piano evoluzionistico siamo da molto più abituati a comunicare in analogico che non in digitale (5-6000 anni di linguaggio digitale – dagli egizi in poi -, contro qualche milione di anni di comunicazione analogica – dalla prima comparsa dell’uomo sulla terra -).
E’ plausibile dedurre che ciò svolga effetti nelle relazioni umane, sia perché favorisce la comparsa del conflitto sia perché costituisce un ostacolo alla sua risoluzione.