Anticipo i primi risultati di un piccolo lavoro di ricerca che ho iniziato da poco e consistito in un sondaggio rivolto ad alcuni avvocati (campione di circa 200 soggetti intervistati).
Si tratta di un questionario con 15 domande, le cui risposte sono state raggruppate in 3 diversi insiemi.
Questi i quesiti del primo gruppo:
- Credi che il conflitto relazionale possa prescindere dalle questioni di merito ?
- Hai mai avuto la sensazione che oltre al diritto, esista “altro” nel problema portato dal cliente (emotività, voglia di riscatto o rivincita morale o personale) ?
- Credi che esista una emergenza conflittualità in Italia?
- L’avvocato si trova al bivio tra soluzione processuale e non processuale dei problemi delle persone ?
- L’avvocato deve occuparsi solo di questioni prettamente giuridiche ?
Queste le risposte:
Si può considerare:
A) La maggior parte degli avvocati ha idee non del tutto definite sul conflitto relazionale, poiché più del 50% non sa se esso possa prescindere dalle diverse questioni di merito: si litiga con qualcuno o su qualcosa?
B) Praticamente tutti gli avvocati si rendono conto che c’è qualcosa oltre al diritto: come reagiscono, però, di fronte a questo? Ne prendono atto, tornando dunque ad occuparsi dei (soli) aspetti giuridici, o si preoccupano del fenomeno conflitto in quanto tale?
C) Oltre il 60% degli intervistati riconosce che esiste un emergenza-conflitto e poco meno si rendono conto di essere al bivio: fare causa o fare altro?
D) Più di due terzi dei colleghi riconosce anche che l’avvocato non debba occuparsi di solo diritto: cioè è coerente con le risposte date in precedenza e si coniuga in maniera significativa con i risultati del secondo gruppo che riguardano le seguenti domande:
- (domanda n. 14) Credi che le competenze di psicologi possano essere utili nella normale attività forense ?
- (domanda n. 15) Credi che le competenze di psicologi possano essere utili nell’attività forense solo in presenza di “patologie” o per dubbi sulla capacità di agire o di intendere e di volere
- (domanda n. 6) L’avvocato, per occuparsi di questioni non prettamente giuridiche, dovrebbe avere un’apposita formazione ?
- (domanda n. 7) Ritieni che la formazione universitaria giuridica dovrebbe essere integrata con competenze non giuridiche (comunicazione, negoziazione, problem solving, gestione conflitto) ?
- (domanda n. 8) Ritieni che la formazione dell’avvocato dovrebbe essere integrata con competenze non giuridiche (comunicazione, negoziazione, problem solving, gestione conflitto) ?
Queste le risposte per il secondo gruppo:
In sintesi sembra proprio che il campione nel 50% dei casi veda lo psicologo (o la psicologia?) come una risorsa da utilizzare anche al di fuori delle patologie (domanda 15), ma non sa come o quando (v. frammentarietà delle risposte alla domanda n. 14) e sembra anche che per migliorare la sinergia avvocatura-psicologia/problem-solving e gestione conflitto si debba intervenire sin dalla formazione (circa il 60%) in ambito universitario (oltre l’80%) o in sede di aggiornamento professionale o formazione continua (poco meno dell’80%).
E pensare che la maggior parte degli insegnamenti universitari e dei seminari/corsi per avvocati si preoccupano soprattutto di diritto, contenuti e merito…
C’è di che riflettere.. (intanto stiamo allargando il campione… )